La geotermia a bassa entalpia o GCHP (Ground Coupled Heat Pump) è una tipologia di energia che sfrutta il calore presente negli strati del sottosuolo terrestre per la climatizzazione degli edifici.
Gli impianti più semplici, a partire dal basso verso l’alto, sono così composti:
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dai 50 ai 150 metri di profondità sotto terra, si trova la sonda geotermica, che analizza i dati di temperatura, pressione e volume delle rocce che contengono il calore che interessa per la produzione di energia termica;
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la pompa di calore si trova pochi metri sotto l’abitazione ed è l’effettivo strumento che permette il trasferimento di energia quando serve;
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il serbatoio per l’accumulo d’acqua (calda o fredda, a seconda che sia inverno o estate) posto vicino alla pompa di calore, serve per integrare la possibile mancanza di elettricità che non permetterebbe alla pompa di funzionare, consentendo quindi la continuità del flusso di calore;
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il pavimento radiante all’interno dell’edificio è composto da diversi tubi in cui passa il fluido climatizzante, permettendo sin dal primo strato abitativo un piacevole comfort;
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le tubazioni per l’acqua calda sanitaria sono disposte in tutte le stanze che necessitano di questo elemento; sono all’interno delle murature e quindi non recano alcun danno visivo e non rubano spazio.